Il 18 ottobre il Santuario ha ospitato un importante appuntamento presbiterale: il ritiro sacerdotale diocesano.
L’importanza è legata da un lato al fatto che i ministri di Dio abbiano deciso di riunirsi all’ombra del Celeste Protettore della Chiesa, dall’altro alla presenza di un neo Arcivescovo, figlio di questa diocesi sipontino-garganica: Mons. Paolo Borgia.
Dopo aver ricoperto, infatti, vari incarichi nella Segreteria di Stato vaticana e, da ultimo, quello di assessore per gli affari generali (il n. 3 del “Ministero degli esteri” della Santa Sede), il 3 ottobre 2019 don Paolo è stato consacrato episcopo da papa Francesco, che lo ha anche nominato nunzio apostolico.
Nutrendo da sempre un forte legame con la sua terra, il nuovo presule ha voluto celebrare la prima messa come successore degli Apostoli nella cattedrale della sua Manfredonia e, poi, incontrare il clero diocesano in occasione del ritiro comunitario nella Basilica di San Michele Arcangelo: «Sono un po’ emozionato» ha confessato rivolgendosi ai confratelli presenti «di celebrare qui, in questo luogo così santo, perché è come stare nel grembo di Dio; e poi di stare qui con tutti voi, nel cuore della mia chiesa».
Nel suo ruolo di nunzio, sarà inviato a rappresentare la Santa Sede probabilmente in Paesi molto lontani dal promontorio pugliese. Proprio prendendo spunto dal Vangelo del giorno sulla missione affidata ai Discepoli, Mons. Borgia ha incentrato alcuni spunti di riflessione: «Il protagonista di noi cristiani e della vita ministeriale è sempre il Signore: noi collaboriamo con Lui con tutte le nostre forze, le nostre energie e le nostre capacità, ma è Lui che ci sceglie, ci invia e progetta la nostra vita. A volte è facile, quando ci vengono affidati dei compiti gratificanti; non è facile quando ci viene chiesto un sacrificio: ma è allora che si gioca la nostra fedeltà. Bisogna vivere con cuore aperto e libero da altri pesi. Per questo Gesù raccomanda di non portare nulla con sé e di aprirsi completamente all’annuncio».
Presenti e concelebranti, Mons. Domenico D’Ambrosio e Mons. Franco Moscone. Il Pastore diocesano ha espresso, al termine della funzione, il suo ringraziamento al Santo Padre per aver scelto nel «nostro clero un successore degli Apostoli» che inizierà un «nuovo cammino nel sevizio della Chiesa».
Don Paolo si è accomiatato chiedendo quella preghiera reciproca che custodirà «questa comunione che è la comunione della Chiesa. Io mi sono sentito, mi sento e mi sentirò sempre parte di voi. Non chiedo null’altro».
L’inizio del nuovo incarico è previsto per la fine di dicembre.
Leonardo Ciuffreda
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