Sono giunti a conclusione la novena e i festeggiamenti del mese di settembre in onore di San Michele: una festa insolita, condizionata pesantemente dall’emergenza della pandemia e dalle norme contro il diffondersi del virus.
E, tuttavia, una festa che si è caratterizzata ancor di più per quel profumo di sacro, di religiosità, di fede e di devozione, che l’ha resa intima, destinata ad un rapporto molto personale tra il fedele e l’Arcangelo.
San Michele, maestro e compagno di preghiera: così l’ha definito padre Mattia Skiba, quando ha dato un titolo alle riflessioni dei nove giorni che preparano alla Solennità del 29 settembre. Il Michelita, con uno stile assai empatico e con contenuti molto profondi, ha sottolineato l’importanza della preghiera, non come una pratica religiosa, magari avulsa dalla realtà, ma come nutrimento necessario per la vita di tutti i giorni.
«La preghiera ci avvicina a Dio, ci fa conosce il suo volere»: commentando la Parola della XXVI Domenica del Tempo Ordinario, Mons. Francesco Pio Tamburrino ha rafforzato il tema della novena, aggiungendo che «bisogna essere in grado di dire “sì” al Signore ed eseguire la sua volontà nelle circostanze concrete». Presiedendo la Celebrazione del 27 settembre, l’Arcivescovo emerito di Foggia – Bovino ha inaugurato le solenni funzioni micaeliche, consolidando il suo rapporto forte e decennale col santuario del Gargano, a favore del quale, come abate di Monte Vergine, condivise progetti, lavoro e intenti spirituali con la comunità benedettina che custodiva la Sacra Grotta.
La domenica si è conclusa con un altro appuntamento “orante” dal carattere decisamente… giovane: i ragazzi di Monte Sant’Angelo, infatti, hanno animato col canto, con le letture, con la propria presenza la veglia di adorazione nella Sacra Grotta. Dinanzi al Santissimo Sacramento e all’Arcangelo essi hanno deposto tutte le aspirazioni, i sogni, le paure, le attese per la vita che li attende.
Il 28 settembre è il giorno in cui la Città incontra il suo Patrono. In una forma sobria e quasi silenziosa, le autorità governative hanno dapprima posto una corona di fiori dinanzi all’obelisco che ricorda la quarta apparizione e, poi, partecipato alla Concelebrazione eucaristica, durante la quale si è perpetuato il tradizionale rito dell’offerta della cera. Questo gesto ha evidentemente espresso il desiderio dell’intera popolazione, affidato all’intercessione dell’Arcangelo, di “brillare”, di essere viva e di trovare luce in questo mondo così pieno di tenebre e di ombre. «Possiate continuare a godere della protezione dell’Arcangelo ed essere quella luce che in fondo rischiara non la Santa Grotta, ma in qualche modo illumina il cammino di questa comunità libera da condizionamenti che possono significare la presenza del male in tutte le sue manifestazioni»: questo l’augurio che l’Arcivescovo emerito di Lecce, Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, ha rivolto ai fedeli, montanari e forestieri, presenti e collegati via streaming, durante la sua omelia.
Il 29 settembre la Chiesa universale festeggia il grande Arcangelo Michele.
La devozione al Principe Celeste tocca, infatti, tutti i punti della Terra: sopratutto in questo tempo pandemico, gli innumerevoli messaggi, i frequenti contatti online, le incessanti richieste di preghiera attestano il fidente ricorso a Colui che sta al cospetto di Dio da parte dei cristiani di ogni continente.
«San Michele è angelo di pace, ministro del Signore, angelo vittorioso, protettore verso chi è oppresso e debole, guida, trionfatore, accompagnatore verso la luce, l’angelo che grida la dignità di Dio»: parafrasando l’inno composto da Mons. Marco Frisina, nella Divina Eucaristia della mattina Mons. Franco Moscone ha delineato alcuni attributi dell’Arcangelo, “traducendoli” e rappresentandoli quali concreti strumenti al servizio di Dio e a tutela del Suo popolo. Sin dal suo insediamento, il Pastore della Diocesi di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo ha mostrato grande sensibilità e forte attenzione alla dignità dell’uomo e alla salvaguardia del territorio, sociale ed ecologico. Questi temi sono stati oggetto della riflessione che l’Arcivescovo ha condiviso durante la Concelebrazione eucaristica che ha avuto luogo nel pomeriggio, all’aperto, dinanzi a circa un migliaio di fedeli e in diretta televisiva sull’emittente Padre Pio Tv: «Supplico l’Arcangelo Michele perché, una volta liberati dalla morsa del coronavirus, si mantengano vivi i valori di condivisione e di solidarietà; supplico l’Arcangelo Michele affinché con il bisturi della sua spada guarisca il cuore di ogni devoto e cittadino garganico, rendendolo capace di ascolto, di sensibilità fraterna e di collaborazione; supplico l’Arcangelo Michele perché ci aiuti a creare una società più coesa e una Chiesa più secondo lo stile del vangelo, una Chiesa madre di cuori capaci di generare relazioni d’amore. Amen».
Come ormai da tradizione, la Celebrazione eucaristica del 30 settembre rappresenta la chiusura dei Festeggiamenti ma, sopratutto, momento di ringraziamento: a Dio per aver donato l’Arcangelo e per aver concesso un’altra occasione per onorarlo; a San Michele, che continua a vigilare sul suo popolo; ai fedeli, i quali con sempre più fede e venerazione hanno partecipato alle sacre funzioni; ai dipendenti, volontari, collaboratori e benefattori del Santuario che con generosità e impegno si dedicano al servizio di Dio e dei pellegrini. I Sacri Misteri sono stati officiati dal Vescovo di Cerignola – Ascoli Satriano, Mons. Luigi Renna, tornato alla Sacra Grotta dopo aver retto la Diocesi sipontino-garganica come Amministratore apostolico prima della nomina di Mons. Moscone.
Raffaele di Iasio
Sfoglia la gallery (contributi fotografici: Leonardo Ciuffreda, Angelo Cotugno)
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Comment(1)-
Graciela Cristina Cabral says
23 Ottobre 2020 at 0:37Necesito tu ayuda San Miguel Arcangel!!! Ayudame, enseñame a defenderme de los ataques del demonio, defiende mi familia! Ayudame que siempre pierdo la batalla y el mal triunfa sobre mi y mi familia!!! Te necesito mucho!!!