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La Città e il suo Patrono

Dal 28 al 30 settembre solenni liturgie hanno caratterizzato la Festa di San Michele richiamando l’intera Città di Monte Sant’Angelo ai piedi del suo Celeste Patrono.

La Celebrazione Eucaristica del 28 settembre ha inaugurato i Festeggiamenti dedicati all’Arcangelo.

Questa solenne liturgia si caratterizza per un gesto che si perpetua dalla seconda metà del XVII secolo: la tradizionale offerta della cera.

Nata come rendimento di grazie a San Michele per il suo intervento nel debellare la peste nel 1656, essa si connota come la preghiera che la Città, attraverso i suoi rappresentanti governativi, rivolge all’Arcangelo affinché custodisca i suoi cittadini e li preservi da tutte quelle calamità non solo fisiche e materiali, ma anche e soprattutto morali, sociali e spirituali.

L’Arcivescovo di Lecce, Mons. Domenico D’Ambrosio, che ha presieduto i Sacri Misteri alla presenza del nuovo Padre Generale dei Micheliti, Dariusz Wilk.

Fulcro liturgico della Solennità di San Michele Arcangelo è stata la Divina Eucaristia che Mons. Michele Castoro, Arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, ha presenziato nella Sacra Grotta il 29 settembre, accanto ai Padri Micheliti, ai Parroci della Città e a tanti sacerdoti della Diocesi.

Sin dalle prime ore della giornata migliaia di fedeli hanno “invaso” il Santuario Garganico: pellegrini reduci dai cammini a piedi notturni, compagnie di devoti, abitanti di Monte Sant’Angelo e forestieri uniti dalla stessa venerazione per il Principe Celeste. E altrettanto numerose sono state le istituzioni, le autorità, civili e militari, e le maestranze convenute.

Toccanti e, ormai una tradizione, il canto dell’Inno “Siamo pellegrini, siamo tuoi devoti:…, intonato dal Coro della Basilica e dall’assemblea durante l’incensazione della statua dell’Angelo, e la Preghiera del Poliziotto che alcuni rappresentanti delle Forze dell’Ordine hanno indirizzato all’Angelico Patrono.

Nel pomeriggio del 29 settembre si è svolta, quindi, la processione della statua e della spada di San Michele: manifestazione di devozione e preghiera che, propiziata da temperature piuttosto alte, ha registrato una straordinaria partecipazione di fedeli.

Questo il significato dei segni e dei gesti che caratterizzano il sacro corteo: camminare assieme a San Michele vuol dire da un lato dimostrare il proprio amore verso l’Arcangelo, dall’altro accettare e condividere il suo messaggio di fedeltà e servizio al Signore; il sacro brando non richiama alla violenza, ma simboleggia la Parola di Dio che, come lama tagliente, penetra il cuore degli uomini; le pietre della Grotta oltre a ricordare il miracolo legato alla peste del 1656, sono un monito a basare la propria esistenza sulla roccia che è Cristo.

Il corteo ha attraversato le vie del paese portando a tutti i cittadini, in particolar modo agli anziani, agli ammalati, ai piccoli, lo sguardo paterno dell’Arcangelo e la sua benedizione.

La Santa Messa del giorno 30 ha concluso le solenni celebrazioni settembrine.

La liturgia, tradizionalmente offerta secondo le intenzioni del personale, dei collaboratori, dei volontari e dei benefattori del Santuario, è stata presieduta da Mons. Francesco Pio Tamburrino.

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