Sulle pareti dell’atrio e lungo il corridoio di collegamento con il museo sono stati collocati gli “ex voto” in forma di dipinti che parlano visivamente delle grazie e dei miracoli ottenuti per intercessione dell’Arcangelo.
Il museo raccoglie le testimonianze che pellegrini illustri e gente comune nel corso dei secoli hanno lasciato come rendimento di grazie per i benefici ricevuti e come pegno di devozione. Le suppellettili liturgiche, gli argenti, i paramenti costituiscono il nucleo superstite di un sontuoso “tesoro” di cui imperatori, papi, vescovi hanno dotato la Basilica. L’altra parte del patrimonio, il “tesoro votivo”, è costituita da doni di gran valore simbolico e storico per il santuario: ex voto in lamina d’argento, icone, ceri, oggetti d’uso quotidiano offerti per grazie ricevute. Nel tempo, a questi oggetti si sono aggiunte collezioni di singoli privati: la collezione archeologica, la collezione numismatica, la raccolta dei vasi di maiolica.
Le numerose statue di San Michele sono per la gran parte quelle scolpite “in loco”, in pietra locale o alabastro, da statuari artisti di Monte Sant’Angelo che rivecevettero il riconoscimento nel 1475 dal re Ferdinando d’Aragona.
Posto centrale, per significato e valore, è riservato alla più antica icona di San Michele Arcangelo venerata nel santuario. Originariamente, e fino all’anno 1891, si trovava nella cosiddetta Cava delle pietre; poi fu custodita nella Cappella delle reliquie, finché non trovò collocazione nel Museo devozionale.Quest’opera di grande valore è realizzata in rame dorato ed è conosciuta come Icona bizantina del secolo VI-VII. Studi recenti, però, assegnano la sua origine all’epoca longobarda (secolo VIII-IX).
Tutti questi doni offerti al Santuario di Monte Sant’Angelo testimoniano il culto, l’amore, la devozione a San Michele attraverso i secoli ed attestano la validitĂ e l’importanza di questo luogo sacro per i pellegrini che qui giungono da tutto il mondo.